PREMESSA
Il PCI che avrebbe dovuto fare la rivoluzione comunista in Italia, non ha fatto nemmeno quella borghese e chissà quanto l’Italia ne aveva e ne ha ancora bisogno, oggi più che mai: una rivoluzione patriottica (la fine di tutte le dipendenze straniere compresa quella vaticana) e sociale basata sulla eliminazione della corruzione ( quindi avviando la vera rivoluzione e risoluzione della questione meridionale, sic e a risic), sulla modernizzazione, sulla eliminazione degli sprechi, della burocrazia “assassina” che blocca tutto, sul pagamento delle tasse, sulla inversione del crollo demografico, sulla limitazione e controllo della pressione dei migranti. Questa “pressione” non può assolutamente far da tappabuchi al problema della prima, creando quel circuito perverso che prima o poi lentamente ma inesorabilmente, snaturerà del tutto la povera Italia, e forse addirittura la distruggerà. In realtà non c’è di mezzo, solo un disastro sociale (integrazione mancata o insufficiente) ma soprattutto un naufragio politico, dato che prima o poi, la destra prenderà il potere. Ecco forse questo, la perdita dei seggi e del potere elettorale, può turbare la sinistra più dell’Italia che affonda. Oggi a 400.000 italianuzzi in meno alla volta, è come se ogni anno sparisse una città grande come Firenze o Verona, oppure due città grandi come Mestre, oppure tre città grandi come Treviso ecc ec. Cosa vogliamo fare, le cancelliamo man mano dalla cartina geografica? Nello stesso tempo (se peso el tacon del buso) si riempiono di estracomunitari. Quella borghesia (?) che ha mandato i suoi figli a morire a milionate (a ragione o a torto) nella prima e nella seconda guerra mondiale, oggi assiste, forse addirittura rilassata e compiaciuta, all‘estinzione decadente e progressiva della patria globalizzata; ma quale sacrificio era ed è il migliore? quello ieri di mandare a morire in guerra i figli ventenni, o quello oggi di spendere in tempo di pace, un po di profitto pur di salvare il paese prima che sia troppo tardi? ma forse è già adesso troppo tardi. In poche parole se prima accettavano con enorme sacrificio, la morte dei primogeniti in guerra per l’onore della patria, adesso pur di non spendere un scheo (ci vuole un nuovo piano marshal interno) lasciano andare tutto in malora. Il fatto è che quando esposi a un direttore di banca il mio paradosso, la mia parabola da ex giovane del “Manifesto” a sinistrorso patriottico disperato, mi rispose così:- Ma caro signore la borghesia italiana non esiste...Allora cara mia, se ci sei batti un colpo prima che sia troppo tardi; ma non per ripristinare come al solito una supremazia assoluta economica e politica (facendo magari pagare i costi di tutta l’operazione attraverso una rinnovata macelleria sociale) ma al contrario accettando di controbilanciare e riequilibrare i poteri forti sempre “fuori controllo”. Ecco il senso patriottico ma anche socialista di questo discorso. Si tratta di un’operazione al di sopra dei partiti e delle ideologie nel nome del supremo interesse del paese. Forse che per esempio una vera lotta alla mafia non potrebbe trovare tutti d’accordo ecc ecc? Solo una grandissima maggioranza potrà ottenere l’unità, la forza lo slancio per fare una cosa del genere. Per farlo ci vuole o un’alleanza tra destra e sinistra nel nome della vera unità nazionale, oppure un partito antagonista che prenda una quantità enorme di voti ( quindi verosimilmente, anche rubandoli a destra, frenando la globalizzazione). Un partito che riesca a fare questo proprio con la sua spiccata identità finalmente rivoluzionaria e riformista (le vere riforme sono rivoluzionarie e viceversa). I 5 Stelle sembravano farcela, anche se in molti sapevano già come purtroppo sarebbe finita, ed il sottoscritto era tra questi. Infatti è stata l’illusione che è durata lo spazio di un mattino. La vasca della politica italiana è troppo inquinata e frequentata da squali, per permettere la navigazione di un pesciolino vergine e movimentista, senza una vera storia e una vera struttura: se lo sarebbero mangiato in un battibaleno e così è successo.
Nessuno sa quale sarà il destino prossimo venturo del movimento che ne frattempo si è dimezzato; purtroppo tutto lascia pensare che si appresta a rinnovare quel grande vuoto (ereditato dal PCI) che si sperava potesse definitivamente riempire : un vuoto di rivoluzione, di riformismo, di antagonismo che il Pd di oggi è ben lontano dal colmare.
Ecco un partito del riformismo volutamente sommesso e mormorato per lasciare il paese solo a galla (mentre sta affondando anche per colpa sua). Certo purtroppo tutto questo ha forti venature utopistiche: la destra e la sinistra (i due volti dell’abominevole regime) non riescono nemmeno a compattarsi al proprio interno, figuriamoci tra di loro. Certo la sinistra potrà storcere il naso rispetto a questa alleanza, ma Giolitti lo fece con il partito socialista salvando la rivoluzione industriale almeno al nord e quando il patto saltò, fu prima guerra mondiale. Lo si potrà contestare in nome di una purezza teorica e ideologica, ma intanto se nessuno ci prova, l’Italia affonda seguendo fino in fondo anche il pifferaio magico (e globalizzante) di una certa sinistra.
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Veniamo da 70 e passa anni di democratura, di democrazia a metà, di democrazia fittizia. Uno direbbe, sempre meglio di una dittatura completa come quella di Putin e di altri (Erdogan ecc). Infatti; però nel frattempo sprofondiamo in una decadenza inarrestabile dove piano piano, zitti zitti, ogni anno un pezzetto d’Italia se ne va mentre tutti fanno finta di niente (a partire dalla crisi demografica ecc) E’ successo così anche a Venezia inabissata nel complotto del silenzio. Adesso la città più bella del mondo nel paese più disgraziato e ipocrita, è ridotta ai minimi termini e forse è ormai destinata, sul lungo periodo, a sparire del tutto. Anche Keynes diceva che sul lungo periodo moriremo tutti, ma quella che era solo una battuta; per l’Italia rischia di essere una ben triste realtà. Soprattutto per quelli che della patria non gliene frega niente ( vedi PD) e non vedono l’ora che sopravanzi il meticciato. La colpa originaria dall’inizio di tutto questo è della DC. E’ lei che da sempre ha quasi completamente tradito il suo mandato politico e soprattutto valoriale (ma questo la grande madre Chiesa lo ha sempre fatto); però è anche per colpa del PCI, questa volta per un tradimento all’incontrario, ossia per la sua assurda fedeltà, protratta fino all’ultimo (quando si è svegliato era ormai già troppo tardi) a una ideologia sbagliata da tutti i punti di vista. Un modello che è fallito dappertutto quasi sempre completamente. Da noi soprattutto per il fatto che prima ha impedito tragicamente la formazione di una vera opposizione (in un paese che invece ne aveva un bisogno tremendo) e poi addirittura ha fatto una specie di consorteria segreta (consociativismo) la quale poi è approdata a una forma di compromesso storico fuori tempo massimo. Così è nato il PD che dovrebbe essere la vera opposizione, e invece è solo il trionfo definitivo della sinistra democristiana sotto la cui egemonia sta sparendo persino il ricordo di quella che fu la vera sinistra intesa come fenomeno sociale: cioè una immensa forza di popolo, anche se purtroppo irretita e traviata dalle idee cervellotiche del comunismo (fedeltà a Mosca, abolizione proprietà privata, centralismo pseudo-democratico ecc ecc). Naturalmente c’è di mezzo anche la incapacità del PSI di riuscire a ritagliarsi un vero protagonismo (riformista e rivoluzionario), inesorabilmente schiacciato dai due giganti responsabili di questa immensa fregatura della democrazia farlocca. La DC poteva anche marcire nella corruzione più totale, tanto sapeva che avrebbe vinto comunque; il PCI poteva protestare e sbraitare quanto voleva, ma avrebbe sempre perso, e per forza con la pistola americana puntata sulla schiena.
Si è formato così l’abominevole regime su totale mandato degli Usa, con licenza di utilizzare qualsiasi mezzo (acqua santa a gogo, bombe terroriste, corruzione a manetta) pur di fermare il comunismo a tutti i costi ; ma anche al prezzo di strutturare una società tremendamente ed eternamente malata come la nostra. Anche il PCI quindi ha le sue colpe paradossalmente ma tristemente solo per il fatto di essere esistito, visto che è stato la condizione prima per cui si originasse e sviluppasse tutto questo ambaradan. Certo contro di lui si è formato un terribile complotto permanente e una santa alleanza di poteri forti e marci, tenuti assieme da patti e trame inconfessabili, ma ancora oggi più valide che mai, nonostante che l’obiettivo sia stato raggiunto e che il PCI sia scomparso. Infatti la congiura è rimasta in pianta stabile permanente, questa volta contro chiunque voglia “tentare”, voglia “osare” di fare la vera opposizione. Stiamo parlando di servizi segreti, di vaticano, di mafia, di massoneria, di ogni lobbi o consorteria settaria economicamente e corruttevolmente parlando (ovviamente magistratura compresa). Anzi basterebbe solo la crisi decennale della legge e della magistratura per far capire, a chi lo volesse capire, in che razza di cul de sac ci siamo cacciati e ci resteremo, finché non nascerà finalmente ex novo, una forza effettivamente capace di una vera rivoluzione pacifica e democratica. Se accadrà sarà pur sempre una rivoluzione, la quale non è mai un pranzo di gala, come ci hanno abituato i politici che da 70 anni zompettano e ci mangiano i risi sulla testa. E’ per questo che l’etablissement (di destra e di pseudo-sinistra) era semplicemente terrorizzato dall’emergere improvviso dei 5 Stelle. Gli è saltato sul collo e poi quando è finalmente velocemente crollato, ha tirato un gran sospiro di sollievo….Giacché solo questo riconosco ai grillini: di averci dato, sia pure solo per un anno, la illusione di una vera alternativa, mentre altri in 70 anni non hanno fatto nemmeno quello.
Anche se questo regime ha prodotto aspetti positivi di non poco conto (che però servono molto efficacemente come specchietto per le allodole e come cortina patinata-fumogena su ciò che bolle in pentola realmente), resta il problema della sua zona d’ombra: l’abusiva egemonia televisiva berlusconiana, la mafia, la corruzione, le eterne interferenze della chiesa, il perenne complotto per distruggere sul nascere ogni vera opposizione ( come è successo ultimamente ai 5 Stelle e non solo per colpa della loro tragica improvvisazione e impreparazione). Di fronte al disastro ancestrale e permanente della mancata opposizione, sorge una domanda e forse una richiesta; ma perché in Italia non si è riformato un partito Socialista o una forza almeno di ispirazione socialista (forse i 5 Stelle?) che potesse finalmente assolvere al compito storico di vera ed efficace opposizione? La risposta sta da una parte nella occlusione mentale di chi imperterrito continua a inseguire modelli vecchi e perdenti ( a parte la eterna infatuazione ideologica); dall’altra in un altro eterno malanno della sinistra, tale per cui ciò che resta del movimento socialista si è diviso come al solito in mille schegge di separati in casa, in realtà incomunicabili tra di loro. Da parte nostra rifiutiamo la nostalgia craxiana e gli incredibili socialisti figli di Putin (in Italia c’è anche questo). In tutti i casi non stiamo parlando per nostalgia di una specie di fanatismo socialista evocativo di vecchi fantasmi ormai svaniti nel nulla. La cosa che a noi interessa più di tutto consiste nella nascita finalmente di una vera opposizione , di un partito riformista e antagonista nello stesso tempo. Non importa se non avrà i vecchi simboli e le vecchie denominazioni socialiste, la cosa importante consiste nel capire una volta per tutte (i 5 Stelle forse non lo hanno capito nemmeno adesso) che senza una rivisitazione critica sia in senso storico (l’eredità da conservare o da rigettare sia del Psi che del Pci) che teoretica ( il concetto di riforma in generale e nella prassi concreta sociale ed economica) non si va da nessuna parte. Da questo punto di vista se avesse ragione la rivista de “Il Manifesto” che nel suo primo numero (1969) riteneva ormai impossibile qualsiasi riforma di struttura, allora è già tutto finito prima di incominciare . Ma noi 50 anni dopo non la pensiamo affatto così. Certo il movimento socialista è a volte in gravissima crisi (Francia, Italia ecc) e per farlo risorgere ci vorrebbe il miracolo di Lazzaro; ma è anche vero che il pensiero cristiano e liberale sopravvivono non per i successi ma solo in virtù del potere consolidato e della persuasione e seduzione mediatica: pertanto secondo noi, esiste anche una domanda potenziale di socialismo, covata nel profondo della società, che purtroppo non viene captata, recepita e incanalata.
Conclusione: l’Italia da sempre attanagliata da problemi terribili (oggi più che mai) avrebbe finalmente bisogno di quello che i democristiani hanno sempre impedito (ovviamente) e che i comunisti (per disgrazia) non gli hanno mai dato: una grande opposizione molto determinata e combattiva, vasta , coesa, finalmente in grado di rigirare il paese come un calzino. Una opposizione così, per riuscire a ripulire le stalle di Ercole, o si presenta subito enorme di per se stessa o dovrà gioco forza implicare una alleanza tra forze anche inizialmente molto diverse, ma finalmente unite dal disperato bisogno di salvare il paese prima che sia troppo tardi (se non è già troppo tardi). La incredibile alleanza di 5 Stelle e Lega almeno inizialmente, sembrava illuderci in questa direzione (è la disperazione che porta a questo genere di cantonate). I 5 Stelle hanno fallito per tanti motivi, ma soprattutto perché non hanno saputo costruire un vero partito che nello stesso tempo fosse completamente rinnovato. Un partito rivoluzionario e riformista come fu quello socialista nei suoi momenti migliori di tanti decenni fa. Oppure un partito di piazza e di governo come diceva Berlinguer; ma lui da comunista non lo poteva fare sicuramente, un movimento di ispirazione socialista forse si. Nello stesso tempo non ci resta che rimarcare che ogni riferimento a partitini neo-comunisti ( o peggio vetero stalinisti) servirà solo, nella migliore delle ipotesi, a rinnovare le solite mini oasi ideologiche settarie e minoritarie, ultime eredi di una ideologia ormai condannata dalla storia.
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Dopo dieci anni di “68”, dopo essermi confrontato con tutte le situazioni possibili all’interno della sinistra, essendomi lungamente scervellato drammaticamente sulle questioni teoriche e pratiche, per le quali con giovanile ardore ero pronto a dare la vita ( la questione italiana, vedi Risorgimento sempre attuale ma tradito e e sotterrato; la rivoluzione sociale e democratica, oggi deragliata più che mai dal solito fallimentare binario comunista) ero arrivato a questi ben ponderati (e indiscutibili) risultati:
a) Anche se la DC restava ovviamente la principale imputata e colpevole dell’abominevole regime, il PCI, pur nella grandiosità della sua vasta partecipazione popolare, si era mosso e messo (da sempre) in un vicolo cieco. Questa enormità, il sacrificio appassionato e ultra decennale di milioni di persone, (la parte migliore del paese) stava per finire nel water della storia e qualcuno avrebbe pure tirato lo sciacquone.
b) i gruppuscoli estraparlamentari (di cui facevo parte come Manifesto) o rappresentavano una specie di nicchia, dove potevano anche essere belli e simpatici, ma decisamente inconcludenti, oppure esprimevano delle sette violente, fanatiche e pericolose; non un letame, magari puzzolente, ma comunque fecondativo, bensì qualcosa di tossico e mortale (come furono poi effettivamente le Brigate Rosse). Ci troviamo di fronte alle eterne malattie della sinistra , sempre che ormai di queste malattie non ci sia già morta….ridotta com’è a una specie di fantasma. Stiamo parlando del riformismo trasformista deragliante e del massimalismo esclusivamente parolaio o peggio fattualmente autodistruttivo. Tutto questo ci riporta a una totale riconsiderazione critica su questo contesto storico, ideologico e sociale. Con ogni evidenza, rifacendoci alla logica e al principio di verificazione, questi protagonisti della storia passata, sia quelli grandi che quelli piccoli, sono totalmente falliti. E’ sotto gli occhi di tutti; cionondimeno solo in Italia cavallo perdente non si cambia mai. Continuano a sopravvivere e a muoversi come fantasmi che si aggirano sul luogo del delitto, ma che nessuno riesce ad esorcizzare definitivamente. Questo è accaduto perché non sono delle vere categorie politiche, bensì psicopatologiche, quindi eterne in quanto autoipnotiche e potentemente refrattarie sia alla logica che al principio di verificazione. Certo anche questi criteri non vanno intesi in modo assoluto, non sono esenti a loro volta da un relativismo critico storico e teorico, ma restano colonne portanti di un imprescindibile spirito laico anti–ideologico e anti-mitico. Pertanto una lettura spietata e realistica della attualità storica non esiste per coloro cheancora oggi stra-vedono con gli occhiali della ideologia. Certo una qualche forma di rifrazione ideologica purtroppo la facciamo tutti; ma un conto è una percezione deformata e un conto avere le lenti di legno con le figurine già impresse. Il guaio è che le stesse considerazioni ci possono riportare in modo impietoso anche al fallimento del vecchio partito socialista.
c) Manca infatti la disamina del fallimento della terza componente della sinistra, quella del PSI. Purtroppo questa bancarotta teorica, pratica e morale, non riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Europa, addirittura il mondo intero (pensiamo al fallimento di Obama e peggio ancora quello già annunciato di Biden). Al che come dico io, altro che bisogno di una rifondazione comunista, la vera necessità è quella di un risorgimento socialista, non solo nel senso della rinascita di un partito completamente nuovo, ma, per quanto riguarda l’Italia, di ripresa alla lettera del nostro caro ed eroico movimento popolare, indipendentista e anticlericale (contro le nuove forme del potere temporale e le conseguenti scorrettezze politiche). Questo doveroso richiamo, alla faccia di chi pensa che sia una specie di straccio lacerato e marcio per il ferri-vecchi, ricordiamo che la nostra costituzione viene da li ( da quella romana del 48). La rifondazione teorica del socialismo è una faccenda enorme ma questa dovrebbe essere, anche nel nostro piccolo, una priorità assoluta. Certo nel senso più generale e banale si denota la drammatica incapacità di riformare il capitalismo stando al di dentro; qui in Italia c’era anche l’alibi (vero) dei due giganti (DC e PCI) che, pur avendo palesemente torto, hanno stritolato il Psi, andando appunto contro ogni principio di logica e verificazione rispetto ai loro reali e pessimi risultati. Per quanto riguarda specificatamente la sinistra è un fatto che Psi e Pci alla fine hanno fatto entrambi parte di quel riformismo decadente e degenerativo (oggi rappresentato dal PD) che poi nel nostro caso ha “provocato”, come una scheggia impazzita, la follia dell’avventurismo Craxiano con la conseguente fine indecorosa di tutto. Oggi non so che senso abbia raccogliere quei cocci: un’operazione di necrofilia storica, al massimo di tipo archeologico speculativo. In tutti i casi se la sinistra non riuscirà a fondere un metallo completamente nuovo, se non conierà una nuova moneta, l’esito è scontato: la sopravvivenza eterna dell’abominevole regime. Sembrava che per un attimo, ricolmo a posteriori di amare illusioni, i 5 Stelle quasi quasi ci stessero per riuscire. Ogni dubbio è definitivamente sparito quando Conte ha tirato fuori dal taschino il santino di padre PIO. In questo ambito ancora una volta destra e sinistra non sono altro che le due facce della stessa medaglia: la falsa alternanza di una dittatura e di un regime eternamente centrista e teocratico, ora un po più a destra, ora un po più a sinistra (se la vogliamo chiamare così) In questo senso la morte del laicismo è anche la morte della sinistra. Ma questa è solo una delle tante enormi questioni che stanno sul tappeto, o meglio sotto il tappeto e che nessuno vuole mai affrontare.
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E’ di oggi la folle e infame notizia che un automobilista ubriaco, assassino di due giovanissime ragazze, è già fuori; e poi il povero Mattarella parla di giustizia. Adesso anche quei disgraziati genitori saranno massacrati (moralmente) dall’abominevole regime: in un certo senso saranno sepolti vivi fino a quando non moriranno veramente. Purtroppo gli italiani in base al suo “particulare”, finché non capita al loro particulare, fanno come gli struzzi e mettono la testa sotto la sabbia (se la vogliamo chiamare così…). Questa è solo una delle infinite facce della questione italiana così tragicamente complessa e variegata. Oggi ne affronteremo una che potrebbe sembrare la meno importante, quella più retorica e letteraria, ma che invece è la più discriminante, a vario titolo fondativa di tutte le altre. Già tutti i principali filosofi antichi ci ammonivano che quando la logica veniva completamente stravolta, allora quella era la alienazione più grande, il segno evidente di un mondo capovolto. A tutto ciò potremmo anche aggiungere, in un senso più moderno, il principio di verificazione, che però in Italia non vale, perché qui conta solo il principio medievale di benedizione urbi et orbi (orbi soprattutto). Un’altra faccenda incredibile e penosissima, è costituita dal fatto che a questa onorevole confraternita (quanti preti pedofili in Italia? Persino don Mazzi una volta si è stupito che da noi siano così pochi…ma sono veramente pochi?!) si sono aggiunti anche i comunistoidi, ex mangiatori di bambini. Solo in seguito si è scoperto che invece se li mangiavano, sul serio , appunto i preti. E’ come se queste due forze contrapposte avessero sempre avuto in realtà gli stessi geni (o la stessa “semenza”) e non avessero appartenuto, almeno in un passato recente e non lontanissimo, a famiglie ben diverse e antitetiche. Evidentemente (alla faccia di Stalin) la diversità stava solo nella facciata superficiale ma non nella sostanza. In realtà, strucca strucca, erano molto più simili di quanto non si potesse immaginare. Che uno abbia un papa nero (o rosso) o un papa bianco sempre papi sono. A volte persino i gemelli prima si ammazzano e sputacchiano ma poi si riconciliano dandosi i bacetti: così è successo anche a cristianoidi e comunistoidi. E’ proprio il caso di dirlo: che Dio li benedica! Per questo visto le loro malefatte e, quel che è peggio, il futuro che ci stanno preparando, sono così duro e sarcastico con questo articolo. Nel mezzo avrebbe dovuto esserci un socialismo super laico e illuminista del tutto diverso. Invece purtroppo il socialismo italiano nella sua mortale involuzione ha sviluppato una forma ibrida, snaturando la sua vera identità, ha mantenuto un po dell’uno un po dell’altro , soprattutto in riferimento agli aspetti peggiori (DC= corruzione e clientelarismo, PCI= riformismo sempre più ibrido e blando) ,stabilendo nella forma un compromesso ridicolo e nel contenuto la sintesi di una doppia fregatura. D’altra parte il Psi come poteva evitare di trasformarsi lentamente nella caricatura trasformista e opportunista di entrambi, stritolato da quella invincibile forza ideologica, religiosa e para-religiosa, che su opposti versanti, ma con eguale risultato, teneva in pugno le masse italiane. In questo modo si è creata la follia di una situazione politica bloccata, contraria a ogni logica e a ogni senso di sano realismo, finalmente foriero di una politica veramente democratica ed efficacemente nemica della corruzione dilagante. Quando questo disastro, con Craxi, si è finalizzato a far la gara a chi era il più borghese nel fronte borghese, tutto è precipitato definitivamente con i tristi esiti che sappiamo. Ma quando il socialismo ha mostrato il suo vero volto autentico e originario, ha potentemente contribuito a fare, senza comunisti e senza democristiani, cose grandiose: come il divorzio e l’aborto (Fortuna) e lo statuto dei lavoratori (Boldrini) per intenderci. Pertanto la prima vera tragedia italiana è il conflitto tra logica (necessariamente laica senza altri presupposti che se stessa) e le forme spurie di una pseudo religiosità, teocratica e ideologica, che dal 1921 in poi (apparentemente contrapposte) minano la sanità mentale del popolo italiano. Stiamo parlando della “ontologia” religiosa cristianoide e quella parareligiosa comunistoide; ma sembra che ultimamente si siano fuse, e come recita uno dei principali loro tormentoni, si sono incluse a vicenda. Tuttavia (come giustamente ammonisce Hegel) non c’è inclusione senza esclusione, ma loro non se ne sono accorti, visto che nel frattempo come se nulla fudesse, hanno escluso il 50% dei votanti. Si tratta infatti di strutture psico-patologiche che in quanto tali sono purtroppo eterne e inossidabili, di fronte a quello che comunemente si chiama la prova l’impietosa della storia. Queste dimensioni visionarie metastoriche (o infrastoriche) sembrano opposte e conflittuali, ma sono invece simmetriche e similari, comportando una visione dogmatica e autoreferenziale tanto sentimentale quanto idealista (marcia ). Inutile dire che in politica sono una più assurda dell’altra. Entrambi sono designate a ricoprire tutto di una cortina fumogena ideologica destinata a sua volta a stravolgere e confondere tutti i veri valori: i quali culminano nella difesa senza compromessi del lavoro italiano e della identità storica della patria italiana. Questo duro esame della storia già da molto tempo li ha tristemente svelati e bocciati. I democristiani in 60 e passa anni di falsa libertà, corrotta e telecomandata (minculpop sacramentata), hanno minato e intaccato il paese con così tanti e così gravi mali cronici, che prima o poi potrebbero risultare fatali (ultimamente l’Europa, almeno così sembra, ci ha graziato dalla bancarotta col recovery fund). Non importa se hanno avuto anche dei pregi notevoli, in primis il boum economico e un benessere “consumista” che però si sta intaccando sempre di più. Infatti tutto ciò lo abbiamo pagato al carissimo prezzo di tumori mostruosi, come il dominio della mafia al sud, della massoneria al nord (ma forse sono la stessa cosa…) la dittatura teocratica dei preti, l’abisso economico di 60 anni di tasse non pagate ecc ecc. Soprattutto tutti sono pronti a riconoscere che si è trattata, per un periodo lunghissimo, di una sovranità…a mezzo servizio, come le serve (con tutto il rispetto per le “serve”). Infatti l’Italia purtroppo è nata già ostaggio di ben tre potenze straniere: gli Usa, l’Urss e naturalmente il Vaticano. Ora 60 anni di mezza democrazia fanno 20 di una vera dittatura, ma possiamo chiamarla democratura. Infatti le canagliate che succedono dal signor Putin sono molto simili rispetto a quelle che succedono da noi, dove solo la mafia ha già ammazzato più di cento bambini. Alla fine per pareggiare il conto dovrà pur fare una sua guerra..personale. I comunisti intrinsecamente e storicamente fallimentari se avessero continuato la resistenza sarebbero stati subito massacrati, portando alla rovina completa se stessi e l’Italia intera. Restando pervicacemente e assurdamente fedeli al loro modello, si sono ritrovati in una situazione così anacronistica che poi alla fine si sono suicidati con le loro stesse mani; non prima però di aver dato il colpo di grazia al partito socialista. Per completare l’opera non hanno fatto praticamente nulla per contrastare la irresistibile ascesa del duce e mattatore mediatico, il cavalier dei cavalieri Silvio Berlusconi. Se c’era una fusione e inclusione da fare per tempo, prima che fosse troppo tardi , era quella tra socialisti e comunisti, sempre nel nome del socialismo ben inteso. Bisognava avere il coraggio supremo e lungimirante di darsi un reciproco perdono, magari nel corso di una grande e commovente cerimonia pagana di riconciliazione popolare. Questa era l’unica prospettiva e ipotesi logicamente credibile dopo il fallimento tragico dei partiti falsamente popolari, uno dalla parte dei preti e dei padroni e l’altro dalla parte del mito pseudo-proletario. Ma come già detto ne la logica ne la verificazione abitano qui. Invece i burocrati comunisti hanno tentato prima di tutto, come tutte le caste, a sopravviversi indefinitamente a qualunque costo, un po come la mummia di Franco che non moriva mai… Si sono dedicati al giardinaggio, alle querce, alle margherite; mancavano solo le carote con le indicazioni precise di dove metterle. In questo modo sono riusciti a distruggere entrambi gli schieramenti della sinistra storica, praticamente ammazzando ed eclissando in un colpo solo, una intera tradizione storica lunghissima e gloriosissima. Infine hanno spostato a destra l’asse politico italiano in modo mostruoso e forse irreversibile. Eppure la terza via socialista, antagonista, libertaria e radicale, era l’unica che aveva veramente, ma purtroppo solo potenzialmente, le carte in regola per fare la autentica opposizione. Era questo l’unico modoper mandare al quel paese tutte e due i sicofanti teocratici, salvando in un rinnovato senso illuminista, socialista e radicale la povera Italia.( da questo punto di vista persino Panella a suo tempo, purtroppo ha tradito berlusconianamente parlando). I comunisti in particolare hanno fatto la più incredibile operazione trasformista della storia. Si sono a lungo dichiarati rivoluzionari, ma solo a parole per fortuna: se dopo il 46 avessero fatto esplodere una insurrezione stalinista antidemocratica, americani e inglesi li avrebbero massacrati come in Grecia. Nei fatti hanno tentato di fare una politica socialdemocratica ma paradossalmente anti partito socialista, continuando comunque a definirsi comunisti (!?); nello stesso tempo hanno mostrato, visto i scarsi risultati, di non essere affatto rivoluzionari e nemmeno riformisti, se non a parole. Alla fine ecco i rivoluzionari senza rivoluzione e i riformisti senza riforme. Comunque sia alla fine sono riusciti a distruggere l’odiato fratello rivale con la benedizione entusiasta dei loro amici preti: peccato che poi è sparita tutta intera la famiglia della sinistra di cui adesso sta scemando nell’oblio persino il ricordo.
Da ultimo questa ritirata strategica nella religione, è tanto più grave, in quanto i famosi comunisti avrebbero dovuto essere assolutamente marxisti-materialisti; ma ormai si è capito che il marxismo non è stato una visione iper-realista a favore degli oppressi, ma semplicemente un platonismo populista (marcio) rovesciato in nome di una nuova casta di burocrati (ottusi sempre, spesso ferocissimi). E’ anche un conflitto tra la evidentissima lezione della storia di cui ovviamente per motivi “religiosi” e “ideologici” (del tutto irrazionali) non si tiene nessun conto. Come se la chiesa non fosse da sempre la rovina e la vergogna d’Italia: che sia una vergogna lo ha detto persino il papa (“è il momento della vergogna”). E’ stata una fortuna che abbia costretto i fedeli a questa riflessione se no molti cristiani nemmeno se ne sarebbero accorti. Che sia stata una rovina lo si evince facilmente avendo provocato 4 secoli di schiavitù straniera dal 1250 al 1860- nemica infame del risorgimento- alleata del fascismo- principale responsabile dell’attuale eterno ignobile regime. Che sia ancora oggi una rovina lo vediamo dal suo rinato potere temporale di tipo mediatico transoceanico, dal suo ruolo di principale sponsorizzatrice demagogica della globalizzazione migratoria (per noi tutti gli assoluti sono sbagliati e contro producenti, compreso quello migratorio). Per quanto riguarda il comunismo è fallito in decine e decine di paesi diversi. Si tratterebbe di una affermazione stucchevole, banale e ripetitiva se non fosse che molti ancora oggi non se ne sono accorti. Anche a loro la logica e il principio di verificazione disgustano, legati come sono a una emotività immatura e a una religiosità ideologica che si nutre troppo facilmente, come nel caso dei preti , della disperazione popolare. A volte il comunismo è fallito in modo straordinariamente vergognoso e destabilizzante: bancarotta totale materiale e morale in Albania, massacri nazisti in Cambogia, attualmente l’ultimo paese para-nazista in Corea del Nord. E’ stato un modello che quando ha realizzato le sue grandi parole d’ordine (negazione della democrazia e della proprietà privata) si è autodistrutto con le proprie mani, proponendo alla fine il peggiore capitalismo. Che strano destino: dal vecchio peggio ( sanguinaria dittatura pseudo popolare) al nuovo peggio (vera estrema speculazione capitalista e pseudo comunista).
Eppure sono sempre li apparentemente sulla breccia (non quella di Porta Pia, perché quella l’hanno proprio dimenticata). Certo stanno al governo in forza dell’abominevole regime che rappresentano magnificamente; ma sono ancora quelle categorie psico ideologiche e parareligiose, le quali obbedienti a bisogni inconsci infantili ed emotivi, sono incapaci di affrontare la disamina spietata dei fatti. Fanno solo folclore o sacramentato o massimalista, dal quale purtroppo ancora oggi molti giovani si fanno sedurre e abbindolare subdolamente. Il fascino di Che Guevara e del Papa colpiscono sempre ; ma il primo non ha portato a nulla ( a parte la persecuzione degli omosessuali!) e il secondo si sa già dove vorrebbe portarci. Evviva il meticciato! Non so se sarà il tramonto definitivo dell’occidente, ma dell’Italia sicuramente si. Naturalmente tutti devono condividere questo programma in modo entusiastico altrimenti sono automaticamente fascisti o peggio.
Del tipo: prima i migranti e poi gli italiani. Qui dove sta la logica? Qui scompare non solo l’ipotetico valore della maggioranza democratica (in attesa che la maggioranza diventino i migranti…) ma anche il concetto stesso di patria (non certo nel senso fascista ma di difesa di abitudini millenarie e di una memoria culturale sacra). Tale per cui se l’Italia morirà, morirà principalmente di questa doppia e similare forma di occlusione mentale
Solo un vero socialismo rivoluzionario e patriottico può superare la deriva mortale di un eterno massimalismo settario da una parte, la illusione delle riformette pallido rosetta da un’altra, per finire con la spada di Damocle della crisi demografica. Così oggi mentre le chiese si svuotano, la televisione ci innonda dalla mattina alla sera con uno tsunami di messaggi religiosi, dando l’impressione di una vera dittatura , che invece è soprattutto sciaguratamente mediatica. Quando c’erano i comunisti l’Italia era una strana immensa parrocchia, per metà bianca e per metà rossa; adesso è solo bianca. In molti pensano che ormai abbiamo il tubo catodico sacramentato conficcato nel cervello, ma forse sta ancor più dolorosamente in un altro posto. Anche questo è il rinnovato potere temporale che dal 46 martella incessantemente la testa degli italiani. I comunisti e simili, pur essendo in via di estinzione, impediscono a una vera alternativa di rinascere; come le radici marce di un dente: la vecchia casa si butta giù del tutto se vuoi rifarla nuova. Nel frattempo il sistema (come tutti i veri regimi dittatoriali più subdoli: questa è veramente una democratura) distrugge e ridicolizza preventivamente chi tenta di farlo. Da questo punto di vista possiamo dare ai 5 Stelle tutte le mancanze e tutte le colpe del mondo, esecrarli e ridicolizzarli, ma la vera colpa è del partito comunista che dopo decenni di falsa opposizione è sparito del tutto. Adesso anche i rimasugli nostalgici impediscono una vera alternativa. Una alternativa che naturalmente, logicamente, non potrà che essere socialista riformista e rivoluzionaria, o non sarà affatto. Ma questo non vale solo per l’Italia, vale per il mondo intero: o socialismo o catastrofe.
Aprile ’22