di Luca Andretta
Prefazione di A.S.
Con questo articolo inizio una collaborazione aprendo il mio blog a diversi argomenti da parte di persone più specializzate. In particolare Luca Andretta è un mio carissimo amico. Con questo articolo sulla debacle del calcio italiano ha voluto dimostrare, in modo molto dettagliato e approfondito, come la crisi sia dovuta alla dittatura dei genitori e degli allenatori delle squadre giovanili (oltre che ai presidenti che alla fine avvalorano tutto questo). In realtà nella scuola sta accadendo da decenni qualcosa di simile con la dittatura dei genitori, presidi e vicepresidi: come già nel caso dei giovani giocatori, gli studenti italiani non sono affatto favoriti nella maturazione personale, culturale e professionale. Infatti le giovani generazioni sono sempre più spaesate e fragili, psicologicamente e culturalmente. Ma questo è un altro discorso, anche se molto simile, e lo riprenderemo in altra sede.
I problemi del calcio italiano
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 1
COME SI È ARRIVATI A DISTRUGGERE I GIOVANI?
Piccola premessa: se si è arrivati ad avere pochi giovani interessanti è perché si è sbagliato 15-20 anni fa, non nel 2017 o nel 2022.
Nell’ultimo periodo abbiamo potuto “recuperare” con qualche giovane molto promettente ma quando si parla di calciatori del futuro non bisogna calcolare solo il presente ma anche il passato.
Cosa succedeva, quindi, tanti anni fa nei settori giovanili di tante squadre professionistiche e dilettantistiche?
La questione principale è stata quella di aver pensato che i bambini sono degli adulti in miniatura.
Immaginate, quindi, quanto siano stati rovinati tutti questi giovani.
Immaginate l’allenatore che è obbligato a portare a casa la vittoria perché il dirigente/presidente vuole fare bella figura con i genitori o nei giornali locali.
Immaginate l’allenatore che annienta ogni bambino che sbaglia.
Immaginate i genitori che vanno alle partite per insultare o per dire “mio figlio deve giocare di più”.
Immaginate un bambino che non ha la possibilità di poter vivere in un ambiente sereno.
Immaginate l’allenatore che parla (e già qui c’è un problema) di tattica e non di divertimento, di tecnica e di coordinazione.
Immaginate il dirigente che dice “questo bambino è scarso, lo mando via da qui”.
Immaginate il dirigente che va dall’allenatore a dire “questo bambino ha i genitori che portano i soldi, fallo giocare”.
Immaginate l’allenatore che bestemmia e strilla con mille parolacce quando la squadra perde.
Immaginate il dirigente che fa il calciomercato (per soldi) con altre società.
Immaginate l’allenatore che dice ai bambini “il 3 la deve passare al 5 che la passa all’8 e poi subito al 9” levandogli ogni minima voglia di fantasia.
Immaginate il dirigente o allenatore che dice “questo 12enne è troppo basso, non lo voglio”.
Immaginate l’allenatore che dice “faccio giocare questo bambino di 7 anni che non sa controllare il pallone ma tanti è alto e robusto e vince tutti i duelli.
Immaginate l’allenatore che “insegna” senza avere il patentino e senza avere le competenze per farlo.
Ora che avete immaginato tutto questo, avrete proprio nella vostra testa i motivi per il quale tanti giovani calciatori:
– Si siano ritirati a 15 anni, esausti di tutto
– Sappiano fare la diagonale difensiva ma non una finta con il corpo
– Non capiscano niente quando devono fare il salto tra i professionisti
– Non siano riusciti a sviluppare il potenziale massimo
In parte c’è chi ha cercato di porre rimedio. Ma come dicevo prima, non si può pensare di ragionare con i giovani in tempi brevi. 🤔
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 2
GLI ITALIANI COSTANO TROPPO! 🤔
Andate a parlare con tante agenzie di osservatori.
Andate a parlare con tanti osservatori.
Andate a parlare con chi vuole lucrare sui trasferimenti dei giovani calciatori.
Andate a parlare con le società che vogliono risparmiare dei soldi.
Una semplice domanda: chi dà più vantaggi economici tra un giovane italiano e un giovane straniero che abita in paesi poveri?
La risposta risulta decisamente scontata: lo straniero.
Attenzione: questo non è un post in cui bisogna demonizzare gli stranieri.
La logica che prevale è legata al fatto che gli italiani costano di più.
É diventata ormai legge: gli italiani costano troppo.
E si può biasimare una società calcistica che cerca di risparmiare?
A ciò l’Italia ha aggiunto il “Decreto crescita” che, in poche parole, aiuta le società nella tassazione nell’andare ad ingaggiare calciatori che con l’Italia non hanno praticamente niente a che fare.
Quindi, dopo aver parlato per secoli di come “i giovani di oggi sono attaccati ai tablet”, “i giovani di oggi non sono ai livelli dei calciatori di 30 anni fa”, o altre solite frasi banali, si potrà ragionare su come risolvere questa situazione?
E ripeto: non ci deve essere una demonizzazione dello straniero.
Semplicemente è nauseante dover sentire “prendo lo straniero perché costa poco” e non “perché è più forte”. 🤔
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 3
“IN PRIMAVERA CI SONO TROPPI STRANIERI” 🤔
È davvero così?
Ecco che si è subito partiti con la demonizzazione dello straniero.
Bene, visto che il reparto offensivo è l’aspetto che viene toccato di più in questo periodo, sono andato a vedere tutti i migliori marcatori ITALIANI della Primavera 1 degli ultimi 5 anni.
2017-18
Gabriele Gori (Fiorentina): 17 gol
Gianluca Gaetano (Napoli) : 14 gol
Nicolò Zaniolo (Inter), Riccardo Sottil (Fiorentina) e Marco Olivieri (Juventus): 13 gol
2018-19
Tra i 10 migliori bomber del campionato, 8 (OTTO) sono italiani:
Vincenzo Millico (Torino), 24 gol
Gianluca Gaetano (Napoli), 17 gol
Nicola Rauti (Torino), 15 gol
Giacomo Raspadori (Sassuolo), 15 gol
Gianmarco Cangiano (Roma), 14 gol
Roberto Piccoli (Atalanta), 14 gol
Eddie Salcedo (Inter), 12 gol
Andrea Adorante (Inter), 12 gol
2019-20
Tra i 10 migliori bomber del campionato, 8 (OTTO) sono italiani:
Samuele Mulattieri (Inter), 15 gol
Flavio Bianchi (Genoa), 13 gol
Alessio Ricciardi (Roma), 11 gol
Fabian Pavone (Pescara), 10 gol
Luca Gagliano (Cagliari), 10 gol
Felice D’Amico (Sampdoria), 9 gol
Pietro Rovaglia (Chievo Verona), 9 gol
Luca Moro (Genoa), 8 gol
2020-21
I primi 5 bomber sono italiani:
Gianluca Contini (Cagliari), 18 gol
Cosimo Marco Da Graca (Juventus), 15 gol
Tommaso Baldanzi (Empoli), 14 gol
Lorenzo Di Stefano (Sampdoria), 14 gol
Mirco Lipari (Empoli), 13 gol
2021-22 (attuale)
I primi 3 bomber sono italiani:
Giuseppe Ambrosino (Napoli), 14 gol
Lorenzo Di Stefano (Sampdoria), 12 gol
Marco Nasti (Milan), 11 gol
Piccola domanda:
Ma questi “stranieri” (che rappresentano il 33% sul totale) non sono un alibi?
Non ci sono altri problemi legati alla Primavera? 🤔
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 4
LE STRUTTURE IMBARAZZANTI! 🤔
Avete presente quello che succede tra le società professionistiche e i comuni di appartenenza per gli stadi?
Si parla tanto di rifare gli stadi ma ognuno cerca di portare a casa i propri interessi senza mollare un centesimo all’altro.
Sapete cosa cambia con i dilettanti?
Per mia esperienza diretta vi posso raccontare che:
– Tanti campi e strutture sono CHIUSE.
Il problema più gettonato è legato a debiti di precedenti gestioni che nessuno vuole risanare.
Ma possiamo anche trovare problemi in cui non ci sono soldi per terminare i lavori, in cui qualche consigliere o assessore ha commesso dei reati, in cui non si capisce chi sia il proprietario, in cui ci sono degli abusi e tanto altro.
Campi e strutture che possono essere utilizzati non solo per il calcio ma anche per altri sport. La loro fine? Soldi sprecati, distruzione e luogo per questioni non proprio carine.
– Pochi campi e tante società.
La famosa guerra tra società dello stesso paese non è legato ai risultati sportivi ma soprattutto in ambito politico. Le liti che si creano si basano sulla volontà di prevalere sugli altri: “Io voglio il campo quando dico io”, “Io ti lascio il campo ma tu devi pagarmi” e tanto altro.
Chi vince? Tendenzialmente chi ha amici al Comune o chi sborsa più soldi.
– Strutture decadenti.
Perché tante strutture non vengono sistemate? Perché si ritorna alla battaglia tra società e Comune. Chi paga? Le società dicono che il campo non è loro e quindi non devono pagare loro, i Comuni dicono che le società usano le strutture e se ne devono prendere cura.
– Campi che diventano inagibili.
Basta un po’ di pioggia e non puoi allenare o disputare la partita. Tanti campi sono ancora in terra e sono fatti male (e non sistemati).
Quindi a volte si può notare come ci siano degli “scalini” in campo, in base a dove si deposita principalmente l’acqua, ci sono dei dislivelli e pozzanghere in cui il pallone non rimbalza mai.
E siamo nel 2022. 🤔
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 5
“I BAMBINI VOGLIONO I TABLET E I SOCIAL, NON IL PALLONE!” 🤔
Michele Caparezza, in una sua nota canzone, cantava:
“I politici no no no non sono più quelli di un volta
Le donne no no no non sono più quella di una volta
Io no no no no non sono più quello di una volta
Solo la retorica è rimasta la stessa “
Ed ecco come la solita retorica del “il bambino non vuole giocare con il pallone ma con i videogiochi” ritorna costantemente di moda.
Premessa: io ho vissuto nel “boom” di tanti videogiochi. La Playstation 1, poi la 2, poi la Xbox, il Gameboy, le varie console Nintendo e tanto altro.
Eppure io giocavo sia con questi videogiochi e, soprattutto, con il pallone. Sia in piazzetta, sia nel settore giovanile.
A questa retorica si è aggiunta quella del “covid” che è giustificabile fino ad un certo punto, cioè fino al punto in cui a qualcuno fa troppo comodo.
Se i bambini rimangono davvero incollati tra tablet e social, la colpa di chi è?
Il bambino compra il tablet con i propri soldi?
Il bambino si isola per non stare con qualcuno?
Il genitore (che parla di come la sua generazione fosse migliore) non ha nessuna colpa nel regalare dei videogiochi a chi non ha nemmeno 2 anni?
Il genitore non ha nessuna colpa nel dare il tablet al bambino così sta zitto, fermo e non disturba?
Il genitore non ha nessuna colpa nel non riuscire a seguire a dovere il bambino che naviga facilmente sul web?
Ma soprattutto questi adulti cosa fanno per invogliare il giovane a dare due calci al pallone?
Riescono a portarlo al campo? Riescono a trattenerlo al campo? Riescono a fargli dire “non voglio andarmene dal campo”?
Beh, in tanti riescono a dire “i bambini non vengono più” e “vogliono tutti seguire gli influencer”.
Perchè nella testa di tanti la colpa è sempre loro, sempre le nuove generazioni che distruggono il mondo. 🤔
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 6
I SOLDI BUTTATI NEL DILETTANTISMO! 😅
Se io vi dicessi che ci sono calciatori di Prima e Seconda Categoria che riescono a guadagnare anche fino a 2000€ al mese, quale sarebbe la vostra reazione?
La Seconda Categoria, per capirci tutti, è la penultima categoria, davanti solo alla Terza Categoria.
E come mai tutti questi soldi vengono dati in campionati che non hanno di certo tutta questa enorme visibilità?
Ci sono più motivi:
– Il calciatore porta i soldi.
In che modo? Portando degli sponsor. Il calciatore, quindi, fa un favore alla società (“ti porto 20mila euro”) e in cambio riceve tanti soldi al mese.
– Che interesse ha lo sponsor nel versare così tanti soldi?
Fare dei giri clamorosi per le tasse, ricevere fatture ingrandite, far girare dei soldi.
– Il presidente è convinto di essere il Galliani di turno.
Con questi soldi prendo tutti questi calciatori fortissimi così vinco tutto e subito.
E poi, spesso, non si va a vincere proprio niente.
E poi ci sono le scuole calcio che fanno da “portafoglio” per gli adulti.
“Guadagno dai bambini per dare agli adulti”.
Immaginate, invece, se qualche “presidente” iniziasse a dare meno soldi agli adulti e a dire “non faccio pagare i bambini” o a dire “pago degli allenatori bravi”.
Ma per fare questo ci vuole lungimiranza, ci vuole un progetto.
E quando arrivano i soldi e vuoi dire di essere un presidente vincente non vai ad investire nei bambini. 🤔
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 8
IL PROGETTO UNDER-23, LE SECONDE SQUADRE! 🤔
Anni fa si è data la possibilità di poter creare le “seconde squadre”, come avviene in altre Nazioni.
In sostanza si dà la possibilità ai propri giovani di poter giocare in Serie C o in Serie B senza ricorrere ai soliti prestiti del cartellino.
Solo la Juventus lo ha fatto.
Come mai?
Ciò che bisogna prima di tutto capire riguarda, come quasi sempre, l’aspetto economico.
Creare una seconda squadra non significa solo dover ampliare il numero dei calciatori (se prelevi dall’under-19 devi riempire l’under-19 e così via).
Creare una seconda squadra impone l’avere i campi e le strutture per farli allenare.
Creare una seconda squadra impone l’avere uno staff qualificato per l’intera squadra.
Creare una seconda squadra impone il dover sostenere dei costi sia per le strutture, sia per i giovani, sia per lo staff e, ovviamente, anche per le trasferte e per tutti i costi restanti che ci sono in tutte le squadre.
Possiamo mai pensare che società che non riescono/vogliono preoccuparsi BENE della Primavera, possano farlo dell’under-23?
Ci sono società che mettono nello staff delle squadre giovanili persone a cui ricambiare dei favori.
Ci sono società che creano le giovanili per evitare multe o per non “perdere punti”.
Ci sono società che arrotondano il bilancio vendendo i giovani nel territorio.
Ci sono società che non riescono ad avere i campi.
Siamo indietro. 😅
“È MERITO DELL’ALLENATORE!”, “È DEMERITO DEI CALCIATORI” 🤔
Dopo la mancata qualificazioni ai Mondiali, ovviamente, abbiamo dovuto sentire tante opinioni di tante persone.
Ciò che mi fa ridere, però, è il fatto che si passa da un estremo all’altro con una facilità clamorosa.
Prendo un esempio che avrete sentito tra ieri e oggi:
“L’Europeo è un miracolo di Mancini
La mancata qualificazione ai Mondiali è colpa dei calciatori mediocri”
Parto subito con lo specificare che mi imbarazza terribilmente dover parlare di tattica e di tecnica, di dover dire “doveva giocare X invece che Y”, di dover dire “bisognava giocare in questo modo” in una partita contro la Macedonia del Nord. Lasciate proprio perdere queste cose.
Cosa è successo fondamentalmente?
Chi denigra dei calciatori che HANNO VINTO UN EUROPEO (scendono loro in campo) ha quel bisogno di dover difendere la tattica, il “calcio all’avanguardia”. Il tutto senza riuscire ad accettare il fatto che NON esiste un calcio vincente.
Puoi fare l’80% del possesso palla e perdere 2-0, puoi fare lo stesso possesso palla e vincere 7-0.
Puoi tirare in porta 20 gol e trovare 1 gol, puoi tirare in porta 2 volte e trovare 2 gol.
Puoi proporre un gioco verticale e andare a vincere, puoi portare un gioco più “orizzontale” e andare a vincere lo stesso.
Puoi alzare il baricentro e vincere, puoi abbassare il baricentro e vincere.
E no, diffidate da chi dice “i fatti dicono che con un gioco moderno si vince questo e questo” perché ogni anno e in ogni stagione (passata, presente e futura) ci saranno partite e competizioni che lo smentiranno.
Il motivo è presente nelle frasi precedenti: NON ESISTE UN CALCIO VINCENTE.
Anche perché, altrimenti, lo attuerebbero tutti. Tranne quelle persone che parlano da un divano o da una poltrona, loro non vanno in campo ad allenare per dimostrarlo.
L’unico calcio vincente che io conosco è quello che ogni anno un solo allenatore esegue: quello che vince.
Allenatori diversi, allenatori con idee diverse, allenatori con calciatori diversi, allenatori con contesti diversi.
Soprattutto cerchiamo di fare una piccola cosa:
Mettiamo al centro di tutti i calciatori. Non gli allenatori.
E lo dico da allenatore. 💪
I PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO – PARTE 9
IL GIORNALISMO E IL TIFO! 🤔
Quanto piace la retorica del “fate giocare i giovani”?
Quella retorica che nasce quando una squadra straniera fa giocare un 18enne.
E il tutto va sempre costantemente contro squadre, allenatori e giovani. É solo colpa loro.
Premetto che questo non è un post in cui dico che loro non hanno colpe. Il discorso, però, deve girare da un’altra parte.
Prendiamo come esempio Donnarumma. Un allenatore “pazzo”, Mihajlovic, decide di non puntare più su Diego Lopez, di non far giocare Abbiati e di lanciare un 16enne in porta.
“IL NUOVO BUFFON”.
E poi gli errori, inevitabili, che hanno portato Donnarumma ad essere criticato perché “non è forte”.
Prendiamo Cerri, il nuovo Ibrahimovic.
Prendiamo De Sciglio, il nuovo Maldini.
Prendiamo Leali, Fiorillo, Perin, Scuffet, i nuovi Buffon.
Prendiamo Lanzafame, il nuovo Cristiano Ronaldo.
Prendiamo Berardi “meglio di Messi” (in termini di fantacalcio).
Prendiamo Piatek e Paquetà i nuovi Shevchenko e Kakà.
Prendiamo Tonali, il nuovo Pirlo.
Potrei fare tanti e tanti altri esempi.
Calciatori che dopo qualche gol o qualche bella prestazione vengono innalzati e paragonati a leggende assolute.
SENZA ALCUN MOTIVO.
Non ci sono similitudini a livello tecnico, non ci sono similitudini a livello tattico, non ci sono similitudini a livello atletico, non ci sono similitudini a livello fisico, coordinativo, mentale, di storia, di esperienza e tanto altro.
Però creare il titolone attira. E se bisogna dare la colpa a “giornalisti” che fanno questo, non possiamo non dare le colpe a chi clicca su questi articoli, a chi ascolta queste persone.
Perché è il tifoso che dà da mangiare a questi “giornalisti”.
Ed ecco che se Leali non diventa il nuovo Buffon, il portiere riceve insulti e critiche di ogni tipo. Da parte di chi prima lo paragonava a Buffon.
C’è chi fa tutto da solo: se le canta e se le suona.
Però la colpa è del giovane che “si è montato la testa”, che “ha pensato ai soldi”, che “si sente arrivato”.
Non importa poi se quel giovane ha ricevuto pressioni clamorose tra media, tifo, sponsor e altro. Ci basta pulire la coscienza con “allora non ha la testa per diventare un fenomeno”, a dei ragazzi di 18-19 anni.
Ed ecco che dimentichiamo quel giovane in favore di un altro giovane che è stato messo in risalto. Un’altra vittima in favore di “clic”, di “soldi” e di “io ne capisco e posso dire che lui diventerà un pallone d’oro”.
In tanti vogliono i giovani italiani ma al loro primo errore li si massacra. Ho fatto l’esempio di Donnarumma ma si possono fare gli esempi di Frabotta, Tonali nel suo primo anno al Milan, Cataldi alla Lazio e tanti altri.
E se non fanno tanti errori ecco che si cerca di rovinarli con altro.
Ricordate Kean e Zaniolo?
“I nuovi Balotelli”.
Non importa se nell’ultimo periodo non hanno fatto nessuna “bravata”. Perché non parlare della loro vita sessuale, perché non parlare di ciò che postano sui social, perché non parlare di quello che dicevano a 13 anni?
Vogliamo imitare i paesi che fanno giocare i giovani?
Iniziamo a smettere di massacrare quei pochi giovani che giocano con regolarità. 💪
di Luca Andretta